Il faro della Vittoria

A Barcola c'è un'altra statua di grandi dimensioni di una donna tutta nuda talmente esposta che nessuno vede. Si tratta della statua della Vittoria alata posta in cima al faro della Vittoria. Si tratta di un monumento enorme che racchiude molti significati simbolici oltre ad avere una sua funzione indispensabile di orientamento per i marinai. Il faro è visitabile dal pubblico. Il balcone più alto è raggiungibile con un ascensore interno che evita di sottoporsi allo sforzo di dover utilizzare la scale. Come è facilmente intuibile dalla sua sommità si gode una vista spettacolosa sulla città, sul golfo e sulla costa istriana.

La statua è opera dello scultore tirestino Giovanni Mayer e realizzata in rame sbalzato dall'artigiano Giacomo Sebroth. Nella mano sinistra regge una fiacola, nella destra una colonna d'alloro. E' alta 7,20 mt.

Cenni storici

Il faro fu inaugurato il 24 maggio 1927 alla presenza del re Vittorio Emanuele III in concomitanza con l'anniversario dell'entrata in guerra dell'Italia contro gli austro-ungarici. Sorge sui resti del forte Kressich, una delle più importanti fortificazioni militari dell'impero a Trieste. Alla base c'è l'ancora del cacciatorpediniere Audace che fu la prima nave italiana ad entrare nel porto della Trieste conquistata dall'Italia.

La catena che cinge l'aiuola e i due proiettili di cannone appartenevano alla corazzata austriaca Viribus Unitis affondata nel porto di Pola nel 1918 da incursori della marina italiana. Qua e là fasci littori e targhe celebrative che inneggiano ai valori della patria e ricordano i marinai e i militari dispersi e morti in mare.

Insomma un concentrato di simboli retorici.

Non poteva che essere una rappresentazione della Vittoria Alata la statua posta in cima al faro, considerando il contesto di commemorazione patriottica a cui l'insieme del monumento si ispira. Opera dello scultore triestino Giovanni Mayer è alta più di sette metri. Ha le ali forate per offrire minore resistenza alle raffiche della bora.