La mula

Arrivando lungo la strada costiera a Barcola si incontrano due statue femminili poco distanti l'una dall'altra Sono rappresentate in pose semplici e naturali, l'una esce dall'acqua dopo un bagno ristoratore, l'altre è impegnata in una vigorosa bracciata di nuoto a stile libero. Non c'è malizia ma naturali corpi nudi che praticano attività balneari. Schiettezza, semplicità, franchezza, armonia e ritmo. In effetti è molto più innaturale e foriero di frustrazioni il fare il bagno vestiti, come dimostra questa assurda moda dei giovani maschi di oggi che indossano le mutande sotto il costume da bagno.

La statua in bronzo è stata realizzata dallo scultore Nino Spagnoli nel 2005. E' collocata su un moletto di pietre che si protende nel mare, quasi interamente sommerso durante l'alta marea. Il termine mulo, declinato al maschile o al femminile, nel dialetto triestino equivale a giovane adolescente o, come si direbbe adesso, theenager. La mula di Trieste è posta nell’insenatura alla fine della pineta ed ha una sua grazia discreta sicchè pare davvero incredibile come quest’opera possa aver dato adito a polemiche per la sua seminudità. La si vede bene anche transitando sulla soprastante riva, ma lei non si lascia catturare nelle sue forme, né nell’espressione del suo viso perché la si vede controluce

Le polemiche all'atto della posa in opera della statua

Siamo nel 2001 quando il consigliere di An Porro esprime tramite il Piccolo le sue perplessità non sull’artista, ma sulla opportunità di “ una collocazione sulle scogliere della spiaggia pubblica di una raffigurazione femminile che espone il fondo schiena nudo al pubblico”. Pur egli mostrandosi consapevole – ci mancherebbe altro – che anche grandi opere del passato rappresentano il corpo nudo, esprime timore di scherzi cui la statua andrebbe incontro: “Purtroppo non ci vuole grande immaginazione per fare previsione sul tipo di dileggio che tale opera potrà subire Qualche paura l’avrei per il ‘sedere’ così evidentemente epicentro della parte posteriore della statua”. Ed infine: “dalle prime ‘ciacole’ con amiche, non molte ragazze triestine si identificano in quello che appare di quello studio nelle foto”. Dunque una vera censura camuffata da riguardi verso l’artista: “Credo che nessun artista desidera vedere la sua opera nel ridicolo”. E nella lettera si legge ancora come se … quella … parte, ossia il culo, fosse una vera ossessione per il nostro consigliere: “….un sedere così evidentemente epicentro della parte posteriore della statua.”

Ahh l’epicentro …