Le rive

La statua predominante sulle rive non c'è ancora, esiste solo nei progetti dell'amministrazione comunale e nei bozzetti che hanno vinto il concorso . Si tratta della statua in commemorazione dell'imperatrice Maria Teresa che regnò dal 1740 al 1780 e che portò a compimento la trasformazione di Trieste che ebbe uno sviluppo economico, culturale e sociale sorprendente. La città assunse una dimensione europea e sotto il suo regno prende la configurazione che ancora oggi la caratterizza: viene realizzato il progetto di piazza Unità e del molo Audace, che allora si chiamavano piazza Grande e molo San Carlo. La città assume un'importanza molto maggiore nella storia e nell'economia dell'impero e una sua funzione più istituzionale Le donne di pietra che ci accompagnano oggi lungo le Rive perdono la loro carica anticonvenzionale e offrono un'immagine della donna molto più tradizionale: sposa, mamma e curatrice del focolare domestico in trepida attesa del ritorno dell'uomo da consolare e confortare. La retorica e lo stereotipo prendono il sopravvento solo in parte mitigato dalla nudità. Sono tette enormi, piene e materne quelle raffigurate nelle statue della capitaneria di porto e nel bassorilievo nel timpano della Stazione Marittima sul molo Bersaglieri, non certo scolpite con intenti erotici e maliziosi. Ma sono comunque tette nude

Maria Teresa Un'immagine del bozzetto raffigurante la moneta di un tallero con l'effige dell'imperatrice pubblicata da Il Piccolo, il quotidiano di Trieste

Le rive a Trieste si snodano lunga la massicciata fatta di antichi blocchi di pietra per qualche chilometro lungo il mare, dal molo quarto che delimita il porto vecchio, fino al faro della Lanterna. E' il luogo della città che più si è trasformato nel corso dei secoli. Al tempo dei Romani la Lanterna era un isolotto al cui riparo si ergeva il porto. Con lo sviluppo della città nel XVIII secolo il porto si sposta verso nord. Viene creato il molo San Carlo (l'attuale molo Audace) e ingrandito il canale che accoglie lungo i bordi le caravelle e i barconi da trasporto mossi dai remi e dalle vele . Il canale diventa il luogo che si addentra fra gli edifici dove attraccano i barconi pieni di merci. A metà dell'ottocento in città si scatena il dibattito fra due scelte radicalmente diverse. Da una parte c'era chi sosteneva che lo sviluppo del porto dovesse essere fatto prolungando i canali fra i magazzini del quartiere Teresiano e chi invece pensava si dovesse costruire un nuovo porto collegato direttamente alla ferrovia nella parte più a nord della città dove un tempo c'erano le saline e il Lazzaretto vecchio. Come sappiamo, vinse questa seconda ipotesi anche perchè lo sviluppo della navigazione a vapore permetteva la progettazione di navigli molto più grandi che richiedevano maggiori spazi per le manovre. Oggi le rive rimangono il centro della città anche se sono invase dalle macchine e trasformate in un parcheggio lungo il mare. Su di esse si affacciano i gioielli cittadini: piazza Unità, il molo Audace, palazzo Carciotti, la chiesa greco-ortodossa e tanti altri eleganti edifici.